01/12/2019 - Sentenza della Corte di giustizia del 21 novembre 2019 - procedure di insolvenza
L’articolo 4 del regolamento (CE) n. 1346/2000, relativo alle procedure di insolvenza non è applicabile all’azione proposta dal liquidatore di una società soggetta a procedura di insolvenza, stabilita in un primo Stato membro e che, è diretta al pagamento di merci fornite in esecuzione di un contratto concluso prima dell’apertura della procedura di insolvenza nei confronti di tale società, contro la società controparte contrattuale, stabilita in un secondo Stato membro.
Testo integrale della sentenza
01/12/2019 - Sentenza della Corte di giustizia del 28 novembre 2019 - custodia cautelare - rimessione in libertà
La Corte di giustizia precisa che l’art. 6 della direttiva (UE) 2016/343 sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali e gli artt. 6 e 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea non sono applicabili
ad una normativa nazionale che subordina la rimessione in libertà di una persona sottoposta a custodia cautelare alla prova, da parte di tale persona, di nuove circostanze che giustifichino tale rimessione in libertà. D’altronde una decisione giudiziaria il cui unico scopo è l’eventuale mantenimento di un imputato in custodia cautelare, accertando se la persona debba o meno essere rimessa in libertà non può essere qualificata come una decisione giudiziaria che si pronuncia sulla colpevolezza dell’imputato, ai sensi di tale direttiva.
01/12/2019 - Sentenza della Corte di giustizia del 12 novembre 2019 - protezione internazionale - sanzioni
In conformità alla Direttiva accoglienza (Direttiva 2013/33/UE, in particolare art. 20, parr. 4 e 5) letta alla luce dell’articolo 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, uno Stato membro non può prevedere la revoca delle condizioni materiali di accoglienza, ai sensi dell’art. 2, lett. f) e g) della direttiva stessa, quale sanzione per il richiedente protezione internazionale responsabile di gravi violazioni delle regole dei centri di accoglienza nonché di comportamenti gravemente violenti. L’imposizione di altre sanzioni, in ogni caso, deve rispettare le condizioni fissata dal par. 5 dell’art. 20, in particolare quelle relative al rispetto del principio di proporzionalità e della dignità umana. Nel caso di un minore non accompagnato, infine, tali sanzioni devono, essere adottate tenendo in particolare riguardo l’interesse superiore del minore, nel rispetto dell’art. 24 della Carta dei diritti fondamentali.
Testo integrale della sentenza